RESIDENZE KATE | OPEN LAB - Tempo Reale

Iscriviti alla newsletter



    Acconsento al trattamento dei miei dati personali secondo l'Informativa sulla Privacy che dichiaro di aver letto e compreso.


    Tempo Reale/Residenze /RESIDENZE KATE | OPEN LAB

    RESIDENZE KATE | OPEN LAB

    RESIDENZE KATE | OPEN LAB

    Venerdì 3 dicembre, ore 21
    Frittelli Arte Contemporanea, Via Val Di Marina 15, Firenze

    Tempo Reale presenta gli esiti di due progetti artistici che nel corso del 2020 hanno usufruito del programma Residenze KATE, volto alla promozione e al sostegno della creatività contemporanea. Traiettorie di ricerca in direzioni diverse, ma accomunate dall’interesse per l’esplorazione degli aspetti più intimi e insieme evocativi del suono, al confine tra dimensione pubblica e sfera privata.

    TRANSIENT MOBILES
    Opera di sound art
    Stefano De Ponti

    I Transient Mobiles sono dispositivi di ascolto monofonici in Pietra Serena per composizioni irripetibili.
    Una semplice pressione è sufficiente per attivare un flusso sonoro, che attraverso un diffusore osseo si propaga nell’apparato scheletrico dell’ascoltatore e ne sfrutta le proprietà di conduzione e risonanza.
    Questo tipo di fruizione raccoglie l’eredità dell’Handphone Table realizzato da Laurie Anderson nel 1978, ne amplia le implicazioni filosofiche e le potenzialità e cerca di rispondere alla domanda che è stata scintilla dell’intero progetto: come innescare un coinvolgimento attento e intenzionale nei confronti di un nuovo prodotto sonoro, in un presente caratterizzato da un accumulo di contenuti che favorisce dinamiche di consumo parziali e distratte? Così come per l’opera della Anderson, l’azione suggerita è quella di esercitare la pressione del gomito sulla superficie sensibile dell’oggetto. Mantenendo tale pressione, sarà possibile udire i suoni dal palmo della mano su cui poggia l’orecchio prescelto per l’ascolto. Un ascolto qualitativamente diverso per ciascuno, modificato dalle peculiarità fisiche individuali. L’orecchio aperto all’ambiente e la trasportabilità del dispositivo sottolineano e favoriscono l’importanza del dialogo tra fruitore e il mondo sonoro circostante. Nessun output né regolazioni aggiuntive e nessuna possibilità di muoversi temporalmente nella riproduzione che si fermerà al rilascio, pronta a ripartire dal medesimo punto al successivo contatto. Terminata la traccia, di cui non si conosce la durata e della quale neanche l’autore possiede un duplicato, non sarà più possibile ripetere l’ascolto.
    La connessione tra fruitore e autore trova così pieno compimento: al termine dell’esperienza al primo resterà l’oggetto e il suo contenuto obsoleto, realizzato in modo da rendere fallimentare o distruttivo ogni tipo di intervento estrattivo, e al secondo l’eventuale libera restituzione da parte dell’ascoltatore di ciò che l’opera gli avrà saputo evocare. Tutto si svolge quindi in un irripetibile presente, dove la modalità e la scelta del luogo di ascolto intervengono in modo dinamico sulla fruizione, stimolando un’esperienza immersiva totalizzante.
    In una futura diffusione dei dispositivi, le testimonianze intermediali raccolte costituiranno la rappresentazione tangibile dell’istanza relazionale stimolata dall’intero percorso, prefigurando nuovi possibili punti di rilancio.
    I primi due prototipi di Transient Mobiles sono stati realizzati grazie al contributo del progetto Residenze Kate di Tempo Reale e rappresentano il quarto e ultimo approdo de “La natura delle cose ama celarsi”, processo di ricerca in perpetuo divenire iniziato nel 2019 e tutt’ora in corso all’interno del progetto Licheni a cura di NUB Project Space.
    Foto © Andrea Berti

    HO UNA VOGLIA DI ANDARE A PARIGI
    Notturno per voce e elettronica intorno a Amelia Rosselli
    Di e con Maria Caterina Frani e Simone Faraci

    È un ritmo, un accento, un concerto, una danza. È un desiderio. È un’esibizione.
    Il lavoro nasce dalle suggestioni musicali nell’opera poetica di Amelia Rosselli. Poetessa, redattrice, studiosa musicale, nata in Francia vissuta in Inghilterra e negli Stati Uniti prima di stabilirsi nuovamente in Italia. Senza una lingua madre, scrive guidata da sonorità musicali e da una ricerca nella struttura metrica creando una nuova forma alla poesia. Utilizza la sua scrittura per indagare le variabili del linguaggio, una pratica trilingue, dove la lingua è liberata dall’usura dell’abitudine e la contaminazione governa il mondo sonoro che ne emerge. Da questo contesto “Ho una voglia di andare a Parigi. Notturno per voce e elettronica intorno a Amelia Rosselli” sperimenta un dialogo con una vera composizione musicale dove la parola sbanda e deflagra e si apre a nuovi paesaggi sonori. In questo fluire la presenza in scena è totale e la visione che ne emerge è il risultato di un contagio degli elementi. Come un concerto.
    E proprio partendo dalla forma del concerto, gli estratti poetici si svelano come canzoni in una scaletta, e come un concerto non c’è un solo album, ma apparizioni varie dall’opera dell’autrice. Così non vi è una costruzione drammaturgica legata alla biografia o alla bibliografia, piuttosto un andamento che si adegua alla ritmica senza soffermarsi sul significato. Le componenti letterarie si confondono nell’ambiente sonoro e tutto si impasta nella composizione di partiture musicali dando vita a un corpo vocale altro. Cosa vuol dire è meno importante del dire in sé e ancora, l’esperienza privata della poesia si consegna al pubblico in chiave sonora, mondana e profana.

    Voce: Maria Caterina Frani
    Musica dal vivo: Simone Faraci
    Regia: Maria Caterina Frani
    Realizzato con il contributo del programma KATE di Tempo Reale e Residenza artistica kinkaleri | spazioK.prato Centro di Residenza Regionale
    Foto © Giulia Lenzi

    _____
    Ingresso 5€
    Ai sensi del D.L. 105/2021 l’accesso agli spettacoli è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di certificazione verde Covid-19 (Green Pass).